I disturbi del comportamento alimentare (DCA) fanno riferimento ad un gruppo di condizioni estremamente complesse, caratterizzate dalla presenza di anomalie nei pattern di alimentazione. Da un eccesso di preoccupazione per la forma fisica, da un’alterata percezione dell’immagine corporea e da una stretta correlazione tra tutti questi fattori e i livelli di autostima del soggetto (Fairburn & Harrison, 2003).
In particolare, secondo il DSM-5 (APA, 2013) i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da comportamenti patologici “collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale del soggetto” (Nussbaum & Barnihill, 2014).
Nello specifico, tali disturbi possono essere definiti come un’alterazione delle abitudini alimentari, associate ad un’eccessiva preoccupazione relativa al peso e alla forma corporea. Per tanto, le abitudini quotidiane che prima erano definite come normali: uscire a cena con gli amici o pranzare con i propri genitori, in questi soggetti, diventano difficili, se non impossibili, a causa della forte ansia associata ai pasti (Società Italiana di Psicopatologia dell’Alimentazione, 2018).
Inoltre, bisogna considerare che gran parte dei soggetti che soffrono di un disturbo dell’alimentazione , spesso presentano anche sintomi quali: bassa autostima, ansia, sintomi ossessivi, frequenti pensieri di autocritica, irritabilità, sbalzi d’umore, depressione e scarsa abilità di regolazione emotiva (Petroni, 2020; Lauri, 2017).
Tutti questi sintomi fanno sì che la presenza di un Disturbo del Comportamento Alimentare, sconvolga la vita di una persona. Limitando le proprie capacità relazionali, lavorative e sociali, impedendo al soggetto di vivere una vita in piena serenità (Società Italiana di Psicopatologia dell’Alimentazione, 2018 ).
Classificazione dei disturbi del comportamento alimentare
L’attuale versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5 –
APA, 2013) suddivide i disturbi del comportamento alimentare in otto categorie diagnostiche : il Picacismo (pica), definito anche come persistente ingestione di sostanze senza contenuto alimentare e quindi non commestibili; il disturbo da ruminazione, che consiste nel ripetuto rigurgito tramite rimasticazione, ringoio o sputo; il disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo, che si manifesta con la persistente incapacità di soddisfare le necessità nutrizionali; l’ Anoressia Nervosa , la
Bulimia Nervosa e il Disturbo da alimentazione incontrollata.
Inoltre, il DSM-5 (APA, 2013) consente anche di identificare il “Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con altra specificazione”: la diagnosi viene fatta quando predominano e si manifestano i sintomi caratteristici del disturbo della nutrizione e dell’alimentazione, nel momento in cui questi non soddisfano tutti i criteri per uno qualsiasi disturbio della classe diagnostica.
La diagnosi si utilizza nel momento in cui il clinico sceglie di comunicare la ragione specifica per cui la manifestazione non soddisfa i criteri per nessun specifico disturbo della nutrizione e dell’alimentazione (per esempio bulimia nervosa a bassa frequenza).
Infine, è possibile fare diagnosi di “Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza specificazione”, nella quale, a differenza della precedente diagnosi, il clinico sceglie di non specificare la ragione per cui i criteri per uno specifico disturbo della nutrizione e dell’alimentazione non sono soddisfatti (Nussbaum & Barnihill, 2014).
Affronterò nel dettaglio i disturbi del comportamento alimentare più conosciuti e maggiormente presenti in adolescenza; ossia l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata.
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